THE LIDO FLEET
Italian Liners 1922 - 1965


domenica 18 aprile 2010

CONTE BIANCAMANO (1925)




T/n. CONTE BIANCAMANO.



Committente: Lloyd Sabaudo, Genova.
Cantiere: William Beardmore & Co. Ltd., Dalmuir (Glasgow) Co. 640
Impostato: 6 Giugno 1924.
Varato: 23 Aprile 1925.
Viaggio inaugurale: 20 novembre 1925.
Data fine: 16 Agosto 1960.
Dati tecnici.
Lunghezza: 198,91 mt.
Larghezza: 23,20 mt.
Immersione: 8,37 mt.
Stazza lorda: 24.416 tsl.
Stazza netta: 14.673 tsl.
Propulsione: 2 gruppi turboriduttori e 9 caldaie, 24.870 shp.
Velocità di servizio: 20,50 nodi.
Velocità massima alle prove: 21,37 nodi.


Capacità d'imbarco: 1.725 passeggeri in quattro classi:
Prima classe:         369 passeggeri (239 letti bassi + 130 letti sovrapposti).
Seconda classe:     252 passeggeri.
classe Turistica:    440 passeggeri.
Terza classe:          664 passeggeri.


Equipaggio: 532 persone.




CARRIERA.

6 Giugno 1924: viene impostato sullo scalo di Dalmuir.
23 Aprile 1925: viene varato; inizia il sontuoso allestimento degli interni.
7 Novembre 1925: prove in mare.
20 Novembre 1925: parte per il viaggio inaugurale sulla linea Genova - New York.
2 Gennaio 1932: viene trasferito alla nuova compagnia, la Società Italia - Flotte Riunite, nella quale confluiscono tutte le navi del Lloyd Sabaudo.
Settembre 1932: viene adibito alla linea fra Genova ed i porti del Sud America; prima di prender servizio subisce un parziale riallestimento delle aree alberghiere, di conseguenza la capacità d’imbarco passa da 1.725 passeggeri a 1.472 passeggeri, di cui 287 ospitati in Prima classe, 154 in classe Speciale e 327 in classe Turistica, infine 704 in Terza classe.
24 Febbraio 1935: effettua il primo di 12 viaggi a Massaua, come trasporto truppe, in preparazione dell’invasione dell’Abissinia.
2 Gennaio 1937: viene trasferito al Lloyd Triestino. Entrato in cantiere per lavori di restyling, ne esce con la stazza lorda ridotta a 23.255 tsl ed una nuova coloritura bianca per scafo e sovrastrutture.
La capacità d’imbarco scende a 1.071 passeggeri, di cui 287 ospitati in Prima classe, 130 in classe Speciale e 216 in classe Turistica, infine 438 in Terza classe.
16 Aprile 1937: parte per il primo viaggio da Genova per i porti dell’Estremo Oriente.
21 Gennaio 1940: salva 316 naufraghi della motonave ORAZIO, in fiamme al largo di Marsiglia.
23 Febbraio 1940: salpa per il primo viaggio sulla linea Genova - Valparaiso, a noleggio della società Italia in sostituzione dell’Orazio.
10 Giugno 1940: viene bloccato e posto in disarmo a Balboa (Canale di Panama) a causa dell’entrata in guerra dell’Italia.
21 Marzo 1941: viene posto sotto sequestro dagli americani; l’equipaggio riesce a causare gravi danni all’apparato motore prima di cedere la nave.
14 Agosto 1942: dopo essere stato rimorchiato a Filadelfia e riparato, entra in servizio come trasporto truppe statunitense USS HERMITAGE.
1 Agosto 1947: effettuate delle brevi prove di macchina, alle 15 salpa da San Francisco per Genova, e viene restituito all'Italia.
18 Agosto 1947: mentre è in navigazione avviene il passaggio ufficiale di bandiera e riprende il nome di CONTE BIANCAMANO.
1 Aprile 1948: entra in cantiere a Monfalcone per esser sottoposto ad un totale lavoro di restyling che coinvolge sia gli esterni che gli interni. Viene modificata la prua ed allungato lo scafo, portandolo a 202,30 mt, sostituiti i vecchi fumaioli con due nuovi e di taglio ellittico, la stazza scende a 23.562 tsl, mentre la capacità d’imbarco viene portata a 1.563 passeggeri: 215 di Prima classe, 455 di classe Cabina e 893 di classe Turistica.
10 Novembre 1949: parte per il primo viaggio di linea sulla rotta Genova - Buenos Aires; negli anni successivi verrà utilizzato a periodi alterni sia sulla rotta del Nord America che su quella del Centro America.
16 Agosto 1960: giunge a La Spezia per esser demolito: parte delle sovrastrutture vengono salvate e riassemblate al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.




Visto l'enorme successo ottenuto dal CONTE ROSSO e dal CONTE VERDE presso la clientela nordamericana il consiglio direttivo del "Lloyd Sabaudo" decise la costruzione di un terzo CONTE, affidandosi per il progetto al cantiere Beardmore. Questo nuovo CONTE sarebbe stato una versione ingrandita dei due precedenti, con una stazza lorda stimata in 24.500 t.s.l. ed una lunghezza di venti metri superiore. Il contratto per la costruzione della celebre nave venne stipulato nel Maggio del 1924. Nel solco della tradizione dei nomi sabaudi, la nave rendeva omaggio al primo principe di Casa Savoia, Umberto I Conte di Moriana, vissuto all'inizio dell'undicesimo secolo e detto il "Biancamano" per il candore delle sue mani.
L’opzione per una gemella prevista da tale contratto non venne poi esercitata per le pressioni del governo italiano ed il CONTE GRANDE sarebbe stato costruito pochi anni dopo dal cantiere “San Marco” di Trieste. Va notato che nel gennaio 1926 la rivista inglese “The Shipbuilder” pubblicò un numero speciale dedicato al CONTE BIANCAMANO, che fu di fatto il primo “souvenir book” realizzato dalla prestigiosa rivista per una nave non battente bandiera inglese. Difatti il tempo record di costruzione della nave, dall’impostazione della chiglia (6 Giugno 1924) alla consegna (7 Novembre 1925) e l’installazione a bordo del più grande apparato motore a turbina a duplice riduzione del mondo, focalizzò sul CONTE BIANCAMANO un notevole interesse internazionale, giustamente alimentato dalla stampa inglese in un periodo di preoccupante contrazione degli ordini per nuovi transatlantici provenienti da nazioni straniere, ormai capaci, Italia compresa, di produrre ottime navi. Varato il 23 Aprile 1925, madrina la Marchesa De La Penne, iniziarono subito i complessi lavori per l’allestimento.


Il Conte Biancamano detiene un importante primato: fu il primo transatlantico italiano, ed uno dei primissimi al mondo, ad introdurre la “classe Turistica”, nata in virtù delle nuove esigenze della rotta Nordamericana. A partire dal 1921 gli Stati Uniti approvarono una serie di leggi che imponevano un pesante “giro di vite” al numero di immigrati in grado di trovare accoglienza. Nel medesimo tempo la crescente ripresa economica degli Stati Uniti creava un nuovo “ceto medio”, non ricco ma benestante, che viaggiava sia per lavoro che per diletto e non più per necessità. In conseguenza di ciò le Terze classi dotate di centinaia di posti in dormitoi si trovarono da un giorno all’altro obsolete, mentre cresceva sempre più la richiesta di passaggi confortevoli ma più economici rispetto alle prime classi. Nasceva così la “classe Turistica”, cioè un estensione della canonica Seconda classe, che poteva in questo modo offrire una maggiore tipologia di sistemazioni, spazi all’aperto più ampi ed ambienti sociali non solo più spaziosi ma anche più eleganti e ricercati negli arredi. In Terza classe scomparirono gradualmente i cameroni, almeno sulla rotta Nordamericana, sostituiti da comode cabine multiple a 4, 6 e 8 letti, dotate di numerosi e moderni impianti igienici comuni, ampi spazi all’aperto e al coperto ed ambienti più vasti e confortevoli. Un primato originale e degno di nota del CONTE BIANACAMANO era il vastissimo numero di bagni privati, comunicanti o comuni, con una media di uno ogni 6 passeggeri nelle classi inferiori e di uno ogni 3 passeggeri nelle prime classi. Infatti và ricordato che le compagnie italiane puntarono molto su questi comfort “igienisti”, sapendo che i passeggeri americani pativano la cronica mancanza di “toilettes” adeguate e confortevoli a bordo delle navi inglesi.


Il CONTE BIANCAMANO fotografato nel novembre del 1925,
durante le prove in mare.
Una caratteristica tipica della nave erano le "rotonde" che chiudevano, a poppa, 
i ponti delle sovrastrutture.


Ripreso al suo primo arrivo a New York, al termine del viaggio inaugurale, 
il primo dicembre 1925.

 
Fotografato in navigazione nel Nord Atlantico, a tutta forza,
nell'estate del 1928 dal ponte del "cugino" CONTE GRANDE.


In crociera nel Mediterraneo orientale nell'estate del 1929.
La ricca clientela di classe nordamericana ebbe sempre una predilezione per le crociere a bordo del CONTE BIANCAMANO, soprattutto per quelle organizzate verso le esotiche 
Indie Occidentali, nome con cui venivano identificate le maggiori isole caraibiche: Cuba,
Santo Domingo, Haiti, Jamaica e Puerto Rico. 

 
Una bellissima immagine del BIACAMANO con la nuova
livrea della Società Italia - Flotte Riunite, adottata nel
gennaio del 1932.


In partenza dai porti del Sud America (credo Santos),
a metà degli anni '30.




ALLESTIMENTI INTERNI.

La realizzazione degli interni del CONTE BIANCAMANO rappresentò l’ultimo grande impegno navale della “Casa Artistica Coppedè”: infatti, a partire dal 1925, il laboratorio venne ridimensionato, trasformandosi nello “Studio Coppedè” di progettazione, e l’attività di produzione di manufatti artigianali fu abbandonata.
Sul CONTE BIANCAMANO la maggior dimensione degli ambienti sociali di Prima classe aggiunse respiro alla retorica artistica coppedeiana: questi si articolavano attorno ad un ampio loggiato aperto su quattro ponti dove, al livello inferiore, trovava posto il Salone da pranzo dalle pareti rivestite con pannelli d’acero intarsiato, in quello superiore, sviluppate intorno alla grande loggia centrale, la Grand Hall, le Sale di lettura e scrittura, le Gallerie e la Sala da gioco; negli ultimi due interponti vi era un scenografico “finto loggiato cieco” coperto da un ampio lucernario in ferro battuto, bronzo dorato a foglia e vetri dipinti a mosaico retroilluminati.
Gli ambienti di Prima classe si strutturavano su sei ponti: “Sport Deck”, “Boat Deck”, “A Deck”, “B Deck”, “C Deck” e “G Deck”. Sul “Sport Deck” un vasto spazio all’aperto dedicato ai giochi di ponte (nell’estate del 1928 parte dello spazio venne sacrificato per creare il nuovo Lido con Piscina all’aperto). Sul “Boat Deck” si trovava la Palestra (rimossa nell’estate del 1928 e sostituita dalla Veranda-Bar del sovrastante Lido). Sul “A Deck”, da prua verso poppa, si trovavano il Giardino d’Inverno, da cui si snodavano le due passeggiate al coperto, il Vestibolo di prua ed il Gran Scalone, il Vestibolo di poppa con relativo scalone, il Fumoir e la Veranda Cafe. Sul “B Deck” si apriva l’infilata dei saloni principali: la grandissima Sala delle Feste, detta anche Salone da Ballo, l’immensa Grand Hall centrale (un ambiente polivalente che comprendeva il Vestibolo col Grand Scalone, le Gallerie, le Sale di lettura e scrittura, la Sala da gioco ed il grande loggiato aperto sul sottostante Salone da pranzo), il Vestibolo di poppa e, a chiudere gli ambienti, la Sala per Signore e la Saletta per bambini. Sul “C Deck” erano disposti il Vestibolo d’Ingresso, con gli uffici ed un negozio, la Saletta da pranzo per bambini, due Salette da pranzo private ed il grande Salone da pranzo, con l’imponente scalea che portava alla sovrastante Grand Hall. Infine sul “G Deck” si trovava la Piscina al coperto con due gallerie ed un bar (nell’estate del 1928 attorno alla piscina furono collocati la Palestra ed il Centro Termale con saune, bagni turchi e salette per massaggi).
Furono scelti otto stili conduttori, reinterpretati e mescolati fra loro, per rendere al meglio la complessa intonazione degli ambienti di rappresentanza: Quattrocento fiorentino e Tardo Rinascimento toscano, Moresco, Bizantino, Seicento veneziano, Luigi XVI, Floreale ed Orientale (Indian Flavors).
Il monumentale scalone a triplice rampa, in stile Luigi XVI, era impreziosito da una sontuosa ed elaborata balaustra in ferro battuto e artistici bronzi dorati, circondata da alte colonne in stile corinzio, rivestite di marmo bianco e foglie d’oro; sul ballatoio principale era collocato il dipinto di Luigi Cavalieri raffigurante, in un suggestivo pastiche stilistico, una visione allegorica del Conte Umberto Biancamano attorniato dalle virtù civili e guerresche.
Il Salone da pranzo, in stile Quattrocento toscano, era interamente fasciato da pannelli in acero sbiancato, intagliati e patinati a foglia d’oro, mentre sul soffitto erano collocate plafoniere floreali con mosaici di vetri colorati e patinature a foglia d’argento. Grandi tappeti in seta ricoprivano i pavimenti, mentre sottili colonne in acero lucido intagliato e “séparé” cesellati a foglia d’argento ritmavano e spartivano gli spazi: complessivamente i 332 commensali erano ospitati nel Salone principale, in due Salette private, arredate negli stili Floreale e del Seicento veneziano, e nella Saletta da pranzo per bambini, arredata in stile Luigi XVI.
Il Salone delle Feste si componeva di tre navate di cui quella centrale si innalzava per tre ponti ed era coperta da una vasta volta a botte a sezione ellittica, con riquadrature dipinte da Carlo Coppedè “… dove folleggiavano Muse e deità di ogni specie, amorini in mezzo ai fiori (…); la decorazione di questo salone è quanto mai fastosa, quale si addice al suo uso ed alla sua importanza, ed il carattere stilistico arieggia il glorioso Seicento italiano, il quale, con l’armonia delle sue linee sinuose, lo splendore degli ori, della policromia, degli intagli, offre quegli aspetti suggestivi e fantastici che fanno sognare”. Le dieci lunette della grande cornice perimetrale, che sosteneva l’ampia volta a botte centrale, erano impreziosite da altrettanti arazzi di seta damascata, nei cangianti toni dell’oro, del rosso, del blu china e del verde smeraldo. In sostanza il vastissimo ambiente (quasi 500 metri quadrati), racchiudeva in sé tutto i principali elementi decorativi del Seicento italiano, mescolandoli fra loro in una fantasmagoria di decorazioni e citazioni auliche.
L’immensa Grand Hall centrale era un ambiente innovativo, presentandosi come un vasto salone polifunzionale che includeva, oltre alla Grand Hall, anche il Vestibolo di prua con la grande Scalinata a triplice rampa, le Gallerie, le Sale di lettura e scrittura, e la Sala da gioco; il tutto sviluppato attorno alla vasta loggia aperta sul sottostante Salone da pranzo, a cui si accedeva tramite un imponente scalinata in radica di mogano intagliata e lucida. Infine il Fumoir con bar, che “presenta quel carattere moderno arieggiante il Bizantino, a linee larghe, armoniose e sobrie ad un tempo, dove però è condensato un lavoro d’intaglio e d’intarsio paragonabile all’opera del miglior cesellatore e del più paziente miniaturista”.

Il Salone delle Feste del BIANCAMANO: da notarsi il notevole sviluppo del duomo centrale, alto ben tre ponti, e la sontuosa decorazione delle lunette laterali, 
rivestite in broccato dorato e damaschi cremisi. 
Spettacolare il tappeto persiano del XVIII secolo.


Il Salone delle Feste in una cartolina pubblicitaria d'epoca.
Si nota appieno la sontuosa decorazione del tappeto persiano e delle lunette del soffitto.
Gli affeschi della volta a botte furono realizzati da Carlo Coppedè, ispirandosi alle fantasie barocche in voga durante il XVII secolo nei palazzi napoletani e veneziani.

 
La grande Hall Centrale in una cartolina d'epoca.
Si tratta del primissimo esempio d'ambiente polivalente a bordo di un transatlantico, 
in quanto questo salone incorporava a sè l'Atrio di prua con il Grand Scalone, le Sale di lettura, di scrittura e da gioco, nonché il vasto lucernario aperto sul sottostante Salone da pranzo.


Il Salone da pranzo circondato dalla Loggia superiore, aperta nel mezzo della Hall Centrale.
Allestito dai fratelli Coppedè in uno stile ispirato al Tardo Rinascimento toscano, 
offriva un ambiente dai colori chiari ed estremamente brillanti.
Il soffitto era un susseguirsi di archi in legno laccato che ritmavano le grandi superfici 
a specchio.


Cartolina celebrativa prodotta dal Lloyd Sabaudo che mostra
la Loggia della Hall Centrale aperta sul sottostante Salone da pranzo.


Di seguito due immagini del Fumoir Bar collocato sul Ponte di Passeggiata.
Allestito in uno stile che mescolava il Moresco al Bizantino, si distaccava dai saloni principali per l'impianto decorativo più "pulito" e razionale. 
Anche qui a farla da "padrone" grandi specchi al soffitto che dilatavano ulteriormente la prospettiva degli spazi. Riflesso, in alto al centro, lo spettacolare lampadario. 
Da notarsi inoltre la pregevole fattura del caminetto. 

 

 Al centro dell'immagine spicca il bellissimo caminetto, rivestito all'interno di maioliche.


La Veranda d'Inverno, posizionata a prua del Ponte di Passeggiata.
La semplicità delle pareti contrasta con la sontuosa decorazione del soffitto.
La mobilia era stata realizzata da Carlo Bugatti, uno fra i massimi ebanisti del Novecento, famoso per la stravaganza delle sue creazioni.


La Piscina coperta, ambiente che parla de sé riguardo alla fantasmagoria dell'impianto decorativo, spinto all'estremo limite del buon gusto. Unica nota "moderna" il soffitto a 
grandi dischi dorati a foglia.


La Piscina coperta in un bozzetto della Casa Artistica dei fratelli Coppedè.
Anche quest'ambiente, posto al chiuso sul fondo della nave, trasmetteva comunque una sensazione di grande ariosità e luminosità, grazie al sapiente utilizzo d'una vasta gamma 
di policromie brillanti.


Bozzetto preliminare della Casa Artistica Coppedè per la Veranda di poppa, 
direttamente collegata sia all'Atrio che al Fumoir Bar.


Bozzetto della Casa Artistica Coppedè per il Grand Scalone ed il Vestibolo di prua.
Sia lo scalone che il Vestibolo erano inglobati strutturalmente nella vasta Hall Centrale.


Bozzetto preliminare per uno degli Appartamenti di Lusso.
Gli alloggi di Prima classe si richiamavano ad un gusto più sobrio e "borghese" rispetto alle stravaganze proposte nei vari saloni. Ovviamente tutto l'impianto decorativo, dai pannelli delle pareti alla mobilia, era di produzione artigianale e si differenziava da una cabina all'altra.

 
Uno dei quattro Appartamenti di Lusso, composto da: ingresso con bagagliera,
camera da letto doppia, salotto, camera singola di servizio, stanza da bagno 
con vasca e stanza da "toilettes" con servizi igienici. 


Vita di bordo ai margini del Lido durante i primi anni '30.


Pubblicità del Lloyd Sabaudo risalente alle fine degli anni '20.








12 commenti:

  1. uqe belli ricordi nostalgia..in questa nave abiamo venuto a Brasile nel fine de 1950..noi tutti in famiglia ....

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  2. Roberto De Lorenzo, Genova1 febbraio 2017 alle ore 01:55

    Bella Nave, ben descritta e con interessanti informazioni anche sulla ristrutturazione postbellica.
    Peccato non vi siano foto con la nuova prua e dei particolari delle nuove sovrastrutture.
    Si chiede se vi siano notizie se, dopo il restyling, non fosse stata esaminata l'ipotesi di dare anche un nuovo nome alla nave.

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  3. mio padre, Francesco Bottigliero, classe 1909, era uno dei marittimi....
    Se qualcuno ha notizie sull'internamento dei marittimi del "Conte Biancamano" a Fort Missoula, prego
    contattarmi su mail CKSITALIA@GMAIL.COM. Grazie

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    1. Bella nave.Altri tempi! Mio nonno e consorte hanno avuto l'onore di essere ospitati a bordo più volte sulla rotta New York Genova nel 1932.Si chiama va D'ORAZIO Enrico.

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    2. Anche mio padre era nel '40 sul Conte Biancamano ed è stato portato a Fort Missoula dove si è occupato delle cucine.

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    3. Sig Gasparini potrei avere il suo numero? Mio padre era sul Biancamano. Grazie Bottigliero

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    4. Anche mio nonno era a bordo del Biancamano e venne internato a Fort Missoula. Sono in possesso di tante lettere

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  4. Alessandra Lardizabal18 dicembre 2018 alle ore 02:01

    Il cuore mi palpita di nostalgia..in questa bellissima nave, all'etá di tre anni e mezzo, con mia madre ed un fratello, abbiamo lasciato l'Honduras per andare in Italia per diversi anni..tanti bei ricordi!

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  5. Mio papà Rozzi Franco salpò dal porto di Napoli il 30.04.1955 con il Conte Biancamano,rotta per Caracas. Se qualcuno ha foto o testimonianze del periodo, sarei davvero grato. giusepperozzi1966@gmail.com. Grazie

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  6. Il mio bisnonno ne fu comandante, ma non trovo riscontri e non so dove cercare. Si chiamava Gianpaolo Giacopini. se qualcuno sapesse come trovare informazioni mi scriva. elisa619@hotmail.it

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